AREZZO – Da Carlo Goldoni a Pietro Leopoldo, il nuovo progetto
teatrale dei Noidellescarpediverse è un laboratorio di pace. L’associazione
culturale ha incontrato un gruppo di studenti aretini per un’iniziativa che,
finanziata dalla Regione per la Festa della Toscana, aveva l’obiettivo di
valorizzare e di far conoscere il rivoluzionario operato di due geni illuminati
che hanno vissuto alla fine del diciottesimo secolo. L’occasione per proporre
ai ragazzi una speciale conferenza-spettacolo sul tema è arrivata dal tradizionale
laboratorio di teatro del Liceo Classico “Petrarca” tenuto proprio dagli
operatori dei Noidellescarpediverse ed arricchito da un’apposita lezione dal
titolo “Goldoni, Pietro Leopoldo: due riforme della pace”.
Ideato e testato nei
locali di Casa Museo Ivan Bruschi, il progetto è stato condotto da Samuele
Boncompagni e Riccardo Valeriani con un ideale parallelismo tra il Granduca di
Toscana che ha riformato il suo stato prevedendo l’abolizione della pena di
morte e perseguendo una spiccata politica pacifistica, e il drammaturgo veneto
che ha modernizzato il teatro e lo ha reso vicino alle situazioni reali della
vita quotidiana.
La riforma di Goldoni è permeata da un forte pacifismo simile
a quello di Pietro Leopoldo che emerge soprattutto in tre commedie amare come “L’amante
militare”, “L’impostore” e “La guerra” su cui gli studenti sono stati chiamati
a lavorare nel corso dell’incontro, leggendo, riflettendo e reinterpretando i
loro passaggi più significativi. Questo approfondimento continuerà da parte dei
ragazzi del Liceo Classico anche nei prossimi mesi dal momento che, in vista
della rassegna per le scuole “Messaggi” della Rete Teatrale Aretina,
lavoreranno proprio su uno spettacolo dell’autore veneto riadattato da Boncompagni
con la regia di Valeriani. «Il progetto
sulle riforme di pace - ha commentato Boncompagni, - si colloca in una più ampia programmazione che stiamo portando avanti
per celebrare i cent’anni dalla prima Guerra Mondiale con l’obiettivo di
rendere noti quegli esempi illuminati e illuminanti di politica, cultura e arte».
Arezzo, lunedì 5
febbraio 2018
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