AREZZO
– La Casa delle Culture è un modello di integrazione e di civiltà da
tutelare. Le Acli provinciali di Arezzo si schierano tra le realtà favorevoli
al mantenimento di un servizio tanto importante per il tessuto sociale della
città che, in poco tempo, è diventato un solido punto di riferimento per
migliaia di stranieri. L’associazione sostiene la possibilità di avviare una
fase di riorganizzazione e di razionalizzazione delle attività per rendere la
struttura più efficiente e funzionale alle reali esigenze del territorio,
verificandone attentamente gli aspetti più o meno positivi dei cinque anni di gestione,
ma ritiene un grave errore la scelta di interrompere un’esperienza che ha
ricevuto apprezzamenti anche a livello nazionale ed europeo.
Oltre ad aver fornito opportunità di dialogo e
confronto a persone di diverse nazionalità, la Casa delle Culture ha offerto
servizi di orientamento, formazione e informazione per gli stranieri, favorendo
possibilità di integrazione e snellendo lo stesso lavoro svolto dai
tradizionali uffici comunali.
In questo senso, la struttura rappresenta anche
un presidio per le dinamiche di attualità legate alla sicurezza e all’ordine
pubblico, dunque dovrebbe essere nell’interesse stesso degli amministratori
prevederla tra i partner sicuri e
affidabili con cui mantenere un costante dialogo. «Nello svolgimento quotidiano dei
nostri servizi - commenta il presidente delle Acli provinciali Stefano
Mannelli, - possiamo constatare
l’importanza per la città di Arezzo di un luogo come la Casa delle Culture dedicato
appositamente all’inclusione, al senso di appartenenza e all’orientamento di
tanti stranieri. Chiediamo all’amministrazione un impegno per non lasciare
decadere quanto di buono avviato nell’ultimo quinquennio, con l’obiettivo di
modellare una società multietnica in grado di partecipare alla vita produttiva
e sociale con consapevolezza e rispetto dei luoghi, delle tradizioni e delle
norme del nostro Paese».
Arezzo,
sabato 10 febbraio 2018
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