AREZZO
– Arezzo ha carenza di
strutture di sostegno per la solitudine, la povertà e la sofferenza. A muovere
la denuncia sono i Popolari per Arezzo che evidenziano l’esigenza da parte
dell’amministrazione di rinforzare i servizi di assistenza e accoglienza per
intercettare le diversificate situazioni di bisogno, che hanno trovato tragica
espressione nella recente morte di un uomo nell’ex caserma Cadorna. L’urgenza
di una rinnovata attenzione verso il sociale è espressa anche dal rapporto sulle
povertà della Caritas che ha recentemente ribadito come sia sempre maggiore la
quota di italiani che si rivolgono ai servizi diocesani per difficoltà
cronicizzate dovute a mancanza di lavoro, dipendenze o problematiche familiari.
Per fornire assistenza e sostegno, i
Popolari per Arezzo ritengono in primis necessario trattare le emergenze
abitative attraverso l’attivazione di un dormitorio per senzatetto che sia un
servizio consolidato e che non sia inteso esclusivamente come una risposta
emergenziale per i mesi più freddi.
In questo senso, la priorità è
rappresentata dalla convocazione da parte dell’amministrazione di un tavolo organizzativo
in cui coinvolgere tutte le associazioni cittadine attive in ambito sociale,
creando una rete partecipata di soggetti che potrebbero garantire al progetto nuove
idee, nuove risorse e nuovi volontari rispetto a quelli già messi in campo
negli anni passati. I Popolari per Arezzo richiedono poi maggiori risorse per
il dormitorio per muovere verso un naturale miglioramento del servizio prevedendo,
ad esempio, personale fisso, un’apertura prolungata per più mesi e una nuova
sistemazione in un immobile con un maggior numero di locali e con spazi più
adeguati. Questo servizio, inoltre, non dovrebbe limitarsi a fornire un semplice
luogo riparato ma dovrebbe essere accompagnato da reali percorsi di recupero e
di reinserimento degli utenti fin dal loro primo accesso nella struttura,
rendendo poi pubblico quanto è stato fatto. In ambito di politiche sociali,
infine, i Popolari per Arezzo rilanciano l’idea di attivare un cohousing come
quello portato avanti dalla Fraternità Federico Bindi Onlus prevedendo spazi
comuni destinati ai senzatetto per favorire la condivisione di risorse e la
socializzazione. «Il recente episodio
della Cadorna - commenta Massimo Soletti, - non è un fatto isolato perché, negli ultimi anni, si sono registrate altre
morti legate alla solitudine e alla povertà. Occorre un approccio più
misericordioso e caritatevole nei confronti delle situazioni di difficoltà che
non vanno trattate esclusivamente in un’ottica di degrado e di insicurezza, ma
attraverso la progettazione di adeguate politiche sociali e una più forte
collaborazione con le associazioni già attive nei servizi di assistenza».
Arezzo,
sabato 22 settembre 2018
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