AREZZO
– Dai Popolari per
Arezzo una lettera indirizzata al governatore regionale Enrico Rossi per
tutelare la sanità cittadina. Il pretesto è fornito dalle recenti dichiarazioni
sulla riforma sanitaria regionale riferite ad un risparmio di 240 milioni di
euro che taglierebbe numerosi servizi al cittadini, riducendo ulteriormente i
posti letto negli ospedali e diminuendo il personale tra primari e infermieri.
Il rischio evidenziato dai Popolari per Arezzo è dunque quello di veder
nuovamente depotenziato l'ospedale aretino del San Donato, con una conseguente
perdita di funzionalità e di qualità. Questa situazione sembra paradossale per
una città che si è sempre dimostrata sensibile verso la sanità, contribuendo
attraverso il Calcit ad esprimere eccellenze in campo medico e chirurgico che
hanno permesso di rispondere con servizi all'avanguardia alle esigenze di
salute e di prevenzione dei suoi abitanti, e di attirare pazienti anche dai
territori limitrofi.
«Condividiamo la
necessità di eliminare gli sprechi e di razionalizzare le risorse - scrive
Giovanni Grasso, vicepresidente dei Popolari per Arezzo, - ma questo non significa
attuare meri tagli a discapito dell'assistenza ospedaliera e territoriale che
scaricherebbero sulle famiglie l'onere di migrare verso altre realtà per
ricevere le cure di cui hanno bisogno. Non è accettabile che la giunta
regionale abbia approvato un piano di riorganizzazione sanitaria che mina la
funzionalità stessa della sua rete ospedaliera».
Particolare attenzione è stata
orientata alla riduzione del personale infermieristico, che il governatore
Rossi ha dichiarato di voler sostituire con Operatori Socio Sanitari. Questa
scelta penalizza una figura professionale frutto di un percorso formativo
universitario perseguibile anche dal corso di laurea con sede ad Arezzo,
alternandola con una figura di supporto abilitata semplicemente da un attestato
regionale. «Disinvestire sulla figura
infermieristica - continua Grasso, - significa
mettere a rischio i percorsi di assistenza alla persona, alla famiglia e alla
collettività. Il professionista della salute, l'infermiere, ha infatti un
compito preciso e di elevata complessità tecnico-relazionale che risulta
fondamentale sia a livello ospedaliero che domiciliare. Ridurre il numero di
infermieri rappresenterebbe un grave deficit per l'intera sanità regionale».
Al momento ci sono sei infermieri ogni mille abitanti, un numero molto più
basso rispetto agli standard europei, dunque la proposta di legge in questione
indebolirebbe e abbasserebbe ulteriormente la qualità della sanità pubblica
regionale. I Popolari per Arezzo hanno così chiesto al governatore Rossi di
fornire spiegazioni sul futuro previsto per tutti gli infermieri aretini e
toscani. «La salute dei cittadini non ha
prezzo - chiosa il consigliere comunale Luigi Scatizzi, - occorre chiarezza su una riforma che, se
confermata, limiterebbe l'accesso alle prestazioni sanitarie e ridurrebbe
considerevolmente la qualità del servizio».
Arezzo, sabato 7 marzo 2015
Nessun commento:
Posta un commento