giovedì 28 novembre 2013

No al Consorzio di Bonifica: la ferma opposizione dei Popolari per Arezzo

AREZZO – No alla tassa sui fossi. La ferma opposizione arriva dai Popolari per Arezzo che sottolineano l'inutilità del Consorzio di Bonifica e lo spreco di risorse associato alla sua gestione. La posizione del consigliere comunale Luigi Scatizzi è netta e si pone in un'ottica di razionalizzazione di tutti quegli enti pubblici tenuti in vita solo per assegnare poltrone ma che costituiscono un inutile aggravio di risorse per la pubblica amministrazione e per i cittadini. L'ultimo esempio di questi sprechi è testimoniato dal meccanismo elettorale messo in piedi dal Consorzio di Bonifica per la nomina degli amministratori, che ha comportato un importante dispendio economico.
«I compiti del consorzio - spiega Scatizzi, - possono esser svolti da altre società o da altre strutture pubbliche già esistenti, dunque ribadiamo la nostra contrarietà a questo ente. Queste realtà costituiscono solo una spesa per il cittadino che finisce per pagare una tassa non per ottenere un reale servizio ma per tenere in vita un organismo che potrebbe benissimo esser superato».
Le funzioni attualmente esercitate dal Consorzio di Bonifica potrebbero infatti essere gestite tramite convenzioni tra i vari Comuni interessati dall'operato dell'ente. La questione della tassa sui fossi può essere invece risolta prevedendo l'utilizzo di fondi comunitari gestiti a livello provinciale su accordo con la Regione Toscana e dedicando una parte dell'avanzo dell'amministrazione comunale alla cura del dissesto idrogeologico e alle opere di manutenzione. La riflessione dei Popolari per Arezzo sul Consorzio di Bonifica si estende anche alla necessità di riorganizzare l'intero sistema delle società partecipate del Comune di Arezzo, con una razionalizzazione che condurrebbe ad un importante abbattimento delle spese e dei costi sostenuti dalla città e dai cittadini. «Il Consorzio di Bonifica non è certamente l'unico ente su cui concentrarci - conclude lo stesso Scatizzi. - L'amministrazione non può ritardare una riorganizzazione delle sue società partecipate chiarendo quali sono quelle che portano reali servizi e quali, al contrario, possono essere eliminate perché rappresentano uno spreco».

Arezzo, giovedì 28 novembre 2013

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