AREZZO
– I cassaintegrati non
possono diventare la manovalanza del Comune di Arezzo. A sostenerlo sono i
Popolari per Arezzo che, pur riconoscendo l’importanza dei cittadini nella cura
e nella manutenzione dei luoghi pubblici, ritengono penalizzante e riduttiva la
proposta avanzata nei giorni scorsi dall’assessore Gamurrini. L’esponente della
giunta ha infatti dichiarato di voler proporre un impegno volontario in lavori per
la città per coloro che sono in cassa integrazione, in mobilità o percepiscono
il sostegno di disoccupazione. Una forma di opposizione arriva dai Popolari per
Arezzo che invitano l’amministrazione a non svilire le figure sopra elencate ma
a strutturare un progetto complessivo che conduca ad una ricollocazione
lavorativa per chi ha prestato il proprio servizio e che porti alla creazione
di un “Albo di Cittadinanza Attiva”. «L’idea
avanzata dall’assessore - afferma Giovanni Grasso, vicepresidente dei
Popolari per Arezzo, - sembra paragonare
i cassaintegrati e i disoccupati a coloro che vengono condannati ai lavori
socialmente utili. Queste persone percepiscono le indennità per un periodo
limitato e con l’obiettivo di riqualificarsi e di trovare una nuova
occupazione, non per lavorare gratuitamente per l’amministrazione».
Nonostante
questo, il progetto potrebbe acquistare maggior valore se l’amministrazione si
assumesse l’onere di ricollocare lavorativamente coloro che hanno scelto di
collaborare in opere utili alla collettività.
Altri aspetti da definire riguardano
la formazione, le forme di assicurazione contro gli infortuni, e i bonus per le
prestazioni svolte. Una proposta potrebbe essere, infatti, che il compenso per
queste opere di manutenzione dei beni comuni consista in una riduzione delle
tasse comunali. I Popolari per Arezzo sostengono allora l’importanza di
istituire un “Albo di Cittadinanza Attiva” che, attraverso corsi di formazioni,
possa riunire non solo i cittadini con un momentaneo disagio lavorativo ma
tutti coloro intenzionati a dedicare il proprio tempo alla manutenzione della città.
Questa formula, adottata da comuni come Napoli e Massarosa, permetterebbe di creare
associazioni con specializzazioni e competenze non occasionali ma durature da
utilizzare per i bisogni della città: dalla pulizia e dal decoro delle aree verdi,
delle strade comunali, delle piazze e dei marciapiedi, fino a lavori di
manutenzione ordinaria per gli edifici comunali come scuole e impianti sportivi.
«Singoli cittadini o associazioni di
volontariato - continua Grasso,
- possono svolgere piccoli lavori di
interesse pubblico. Questo Servizio Civico Volontario rappresenta una preziosa
opportunità per la città e per il territorio, ma dovrà necessariamente essere retribuito
in forma indiretta attraverso la riduzione delle tasse comunali».
Arezzo,
lunedì 31 agosto 2015
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