AREZZO – I Popolari per Arezzo ribadiscono la
necessità di rafforzare la tutela e il sostegno economico alle famiglie.
L'associazione ha riunito i propri tesserati per un'assemblea che, alla vigilia
del Family Day di Roma, ha proposto un'analisi e una discussione dei temi
contenuti nel disegno di legge Cirinnà, ribadendo con consapevolezza e unità di
intenti la propria contrarietà nei confronti di questa proposta. Tale opposizione
non deriva dal doveroso riconoscimento delle unioni civili ma dall'ipocrisia di
un testo che pone forti dubbi di costituzionalità. I Popolari per Arezzo
condividono infatti l'esigenza di tutelare i diritti delle coppie di sesso
diverso o dello stesso sesso che convivono stabilmente, ma si distaccano dal
disegno di legge nel momento in cui questo equipara di fatto le unioni civili
al matrimonio. La stessa Corte Costituzionale in passato ha espresso la
necessità di una legge in merito alle unioni civili e ha specificato che tali
unioni debbano essere disciplinate come un istituto diverso da quello
matrimoniale, ma tale giudizio è stato totalmente disatteso dal ddl Cirinnà.
«In sostanza - spiega Andrea Gallorini,
presidente dei Popolari per Arezzo, - viene
proposto un continuo rinvio alle norme del codice civile e alle leggi
complementari che riguardano il matrimonio. Basti pensare che lo scioglimento
delle unioni è chiamato divorzio. Differenziare il matrimonio e le unioni
civili solo su alcuni aspetti marginali è irragionevole, ingiusto e
incostituzionale».
Un'altra criticità del ddl Cirinnà riguarda la possibilità
dell'adozione del figlio biologico del partner, la cosiddetta stepchild adoption. Questo provvedimento
legittimerebbe coloro che, benestanti economicamente, vogliono avere un figlio
ricorrendo alla pratica della maternità surrogata nei Paesi esteri dove questa è
permessa, compiendo un atto doloso che in Italia è punito con un massimo di quindici
anni di carcere. L'ordinamento italiano, infatti, non riconosce il diritto al
figlio e il diritto all'adozione a tutti i costi, ma tutela prima di tutto il
diritto del minore ad avere un padre ed una madre. «L'Italia è stata additata come uno degli ultimi Paesi nel
riconoscimento dei diritti civili - aggiunge Lorenzo Roggi, segretario dei
Popolari per Arezzo, - ma allo stesso
tempo è anche ultima nelle politiche a favore della famiglia, dunque ribadiamo
l'urgenza e la necessità di pensare ad azioni concrete per rafforzare il
sostegno a quella che è il nucleo fondante della società e dello stato. Tale
sensibilità deve nascere dal basso, a livello locale, dunque la stessa
amministrazione comunale deve dimostrare l'interesse e l'attenzione nell'aiutare
e nel sostenere le nostre famiglie».
Arezzo,
venerdì 29 gennaio 2016
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