AREZZO – Le atrocità del lager, il trauma del
ritorno a casa e la forza, dopo tanto orrore, di lanciare un inno alla vita.
Tutto questo sarà raccontato dalla Libera Accademia del Teatro che, in
occasione del Giorno della Memoria, metterà in scena lo spettacolo "E ho
paura dei miei sogni" tratto dall'omonimo libro di Wanda Pòltawska.
L'appuntamento è per venerdì 27 gennaio al teatro Pietro Aretino di via
Bicchieraia e proporrà una triplice replica: la mattina alle 9.00 e alle 11.15 sono
attesi gli studenti delle scuole secondarie in occasione della rassegna
Mappamondi della Rete Teatrale Aretina, mentre la sera alle 21.00 lo spettacolo
sarà aperto all'intera cittadinanza. "E ho paura dei miei sogni" vedrà alcuni attori
professionisti (come la regista Amina Kovacevich e la solare Silvia Martini nei
panni di una terribile nazista) affiancati sul palco da alcuni tra i migliori
allievi dei corsi avanzati della Libera Accademia del Teatro, uniti nel
raccontare una storia che sarà accompagnata e rafforzata dalle immagini
realizzate in diretta dalla pittrice Laura Serafini.
Questo connubio tra teatro
e disegno, reso ancor più suggestivo dalle musiche dirette da Alessandra
Cartocci e dalle animazioni mimiche di Uberto Kovacevich, permetterà allo
spettacolo di regalare una serie di emozioni contrapposte legate ad una delle
pagine più drammatiche del novecento. «Fin
dall'istituzione del Giorno della Memoria - ricorda Amina Kovacevich, - ogni anno la Libera Accademia del Teatro
si avvicina a questo evento preparando uno
spettacolo dedicato ai temi della shoah, della pace e della difesa della vita.
Tutto questo è ben racchiuso nella storia che metteremo in scena la mattina per
le scuole e la sera per la cittadinanza».
Lo spettacolo narra la storia di Wanda Pòltawska, nata nel
1921 in Polonia, che fu arrestata dalla Gestapo e mandata nel campo di
concentramento di Ravensbruck, dove venne sottoposta come cavia a disumani
esperimenti medici. Sopravvissuta al lager, nel 1945 provò a superare il trauma
di questa atroce e disumana esperienza riportando le sue terribili memorie nel
diario "E ho paura dei miei sogni". Poltawska era tormentata e devastata,
si sentiva in colpa per essere viva, cercava una risposta alla domanda "chi
è l'uomo?" e diventò psichiatra proprio per esplorare la psiche umana. Ma
la medicina, la psichiatria e la filosofia non bastarono per darle risposte: la
vera chiave fu infatti l'incontro con il giovane Karol Wojtyla con cui strinse
amicizia e passò lunghissime ore a parlare di fede, di Dio e di vita. Membro della
Pontificia Accademia Pro Vita, la dottoressa Poltawska è oggi conosciuta come
fondatrice dell'Istituto della Famiglia e come sostenitrice della difesa della
vita. «Racconteremo una storia dura ma
emozionante - aggiunge Kovacevich. - "E
ho paura dei miei sogni" racchiude tutto il dramma dell'olocausto vissuto
dalle parole di una donna che, nonostante tutto, è diventata testimone di un
importante inno alla vita».
Arezzo, giovedì 26 gennaio 2017
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