AREZZO
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Anno dopo anno, il Giorno della Memoria rappresenta per le Acli di Arezzo
un'occasione di riflessione con l'obiettivo di muovere l'associazione verso un
futuro migliore, facendo tesoro degli errori del passato. Questa celebrazione
cade ogni 27 gennaio, anniversario della liberazione del campo di
concentramento di Auschwitz, e ha l'obiettivo di far ricordare la tragedia
dell'olocausto con un messaggio che si rivolge, in parallelo, alla politica e
alla nuove generazione. Il primo invito delle Acli è orientato alle istituzioni
politiche, locali e nazionali, affinché si impegnino a lavorare per favorire
l'integrazione e il dialogo, evitando quel clima di indifferenza che alimenta intolleranza
e discriminazione.
Le conseguenze derivanti dalla recente crisi economica, infatti,
richiedono nuove politiche sociali e nuovi strumenti di welfare che si
dimostrino capaci di intercettare i disagi dei cittadini senza ricorrere ad un
populismo che genera paura, xenofobia e odio.
Al contrario, le istituzioni dovrebbero impegnarsi
nel promuovere tra le nuove generazioni una cultura della pace, il rispetto
verso il prossimo, l'attenzione nei confronti dei più deboli e delle fragilità,
la difesa dei diritti, l'integrazione tra diverse nazionalità e religioni come
unica via per arrivare ad una reale libertà individuale e collettiva, recuperando
il messaggio di fratellanza e di uguaglianza che è racchiuso anche nel Vangelo.
«Unendoci nel ricordo e nella condanna
degli orrori dell'olocausto - commenta il presidente provinciale Stefano
Mannelli, - sollecitiamo tutte le
istituzioni a favorire la cultura della storia e della memoria nelle scuole e
tra i giovani, continuando quell'incessante cammino che consente di legittimare
la nostra identità nel rispetto universale degli altri e nel principio
democratico ed indissolubile che passa attraverso l'integrazione e
l'accoglienza di tutti gli esseri umani».
Arezzo, giovedì 26 gennaio 2017
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