AREZZO – Arezzo ha i numeri, le professionalità
e le strumentazioni per rimanere Unità Operativa Complessa di medicina nucleare
e per evitare il declassamento ad Unità Semplice. A sostenerlo sono i Popolari
per Arezzo che ribadiscono la necessità e l'importanza di scongiurare un
ulteriore impoverimento dell'ospedale San Donato a favore di quello di Siena o
di altre realtà dell'area vasta, perdendo così un'altra delle sue eccellenze.
L'associazione chiede al direttore generale della Asl Toscana Sud-Est Enrico
Desideri di giustificare tale declassamento: limitarsi a dire che il decreto
ministeriale prevede una sola Unità Operativa Complessa per area vasta non
risulta una spiegazione esaustiva e convincente. Perché, allora, non poteva
essere scelta Arezzo come sede dell'Unità Operativa Complessa? La città ha un
bacino d'utenza superiore a quello di Siena, esegue un numero di esami maggiore
e, soprattutto, è l'unica ad avere strumenti diagnostici all'avanguardia come
la Pet-Tac che, con le professionalità sviluppate in anni di esercizio e di
esperienza, è operativa a pieno regime in supporto alle esigenze del territorio
aretino e del resto della regione.
Questa strumentazione, tra l'altro, è stata
donata dal Calcit grazie a due milioni di euro che sono il frutto dei risparmi
e delle attività di solidarietà dei cittadini di Arezzo.
I Popolari per Arezzo chiedono chiarezza anche riguardo ad
un'ulteriore contraddizione, dal momento che Desideri ha affermato che nulla
cambia nell'operatività della struttura e nei servizi, mentre il Calcit ha evidenziato
il rischio futuro di perdere personale, investimenti e professionalità. Un
passaggio fondamentale, in questo senso, potrebbe essere fornito dalla Asl
specificando con chiarezza e ufficialità il budget previsto per l'acquisto della
nuova Pet-Tac nel 2018, un requisito fondamentale per mantenere un reparto
d'eccellenza. Alla luce di questa situazione, i Popolari per Arezzo invitano il
sindaco e gli altri rappresentanti del territorio in Regione e in Parlamento ad
avviare una stretta cooperazione per bloccare il declino della città e per progettare
un suo rilancio nella sanità e in altri ambiti, dall'economia alla cultura. «Questo depotenziamento - commentano i
Popolari per Arezzo, - rappresenta
l'ennesimo schiaffo alla città di Arezzo e agli sforzi economici degli aretini.
Se non restano le Unità Operative Complesse nemmeno dove si esprimono
strumentazioni e professionalità come la medicina nucleare, come si può
pretendere di limitare il declino della città? Questo spiega come mai il ruolo di
direttore di questo reparto è rimasto vacante e, nonostante le tante
sollecitazioni anche da parte nostra, non si è proceduto ad individuarlo
tramite concorso. Negli ultimi anni, in alcune aree della Toscana settentrionale
si sono registrati alcuni episodi di inefficienza e di cattiva gestione della
sanità, mentre Arezzo si è sempre distinta positivamente: non possiamo
certamente accettare queste politiche gestionali a sfavore del San Donato».
Arezzo,
giovedì 5 gennaio 2017
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