AREZZO – Uno sportello per ascoltare le criticità
delle famiglie e per fornire loro un solido supporto. Le Acli di Arezzo hanno
ufficialmente attivato presso la chiesa del Sacro Cuore di piazza Giotto il
nuovo servizio del Punto Famiglia che, integrato con la Caritas e in
collaborazione con il parroco don Giovanni Ferrari, opererà per accogliere le
persone che vivono situazioni di difficoltà economica, relazionale o culturale.
Una rete di volontari sarà disponibile tutti i giovedì nei locali della
parrocchia, dalle 16.30 alle 18.00, per porre le proprie competenze umane e
professionali in sostegno ai più disparati bisogni familiari, con l'obiettivo
di fornire un'assistenza sociale e di indicare le possibili strade da
percorrere in un momento di difficoltà.
Il Punto Famiglia potrà contare sul
supporto dei vari uffici delle Acli (Patronato, Caf e Federazione Anziani e
Pensionati), e sarà strettamente collegato anche ad avvocati specializzati in
mediazione familiare, a psicologi e a consulenti familiari, sopratutto in riferimento
ai problemi relazionali tra coniugi o tra genitori e figli. A questi
professionisti ci si potrà rivolgere solo tramite appuntamento fissato dagli stessi
volontari. «La famiglia è una grande
risorsa - commenta Luigi Spallacci, responsabile e operatore del Punto
Famiglia, - è la struttura portante della
società, è centro di legami affettivi fondamentali per la crescita umana e
spirituale dei suoi membri, ed è una cellula insostituibile per i suoi profondi
legami di amore e di solidarietà. Le famiglie non possono essere lasciate sole
nello svolgimento dei loro grandi e difficili compiti umani e sociali, dunque
abbiamo accolto la richiesta della comunità parrocchiale del Giotto e abbiamo
accettato con gioia la proposta di dare vita a questo sportello».
Saranno tre, prevalentemente, le criticità a cui il Punto
Famiglia fornirà accoglienza e sostegno. Le prime sono quelle economiche e
legate alla mancanza del lavoro o al lavoro precario a basso reddito, percepite
soprattutto dai giovani; le seconde sono relazionali e provocate dalle
trasformazioni delle relazioni interpersonali tra uomo e donna, tra genitori e
figli, tra anziani e giovani; le terze sono culturali e riguardano le
difficoltà del dialogo tra generazioni. «In
presenza di queste ed altre difficoltà - aggiunge Spallacci, - la famiglia si trova sola e spesso
disorientata sulle scelte da compiere e sulle soluzioni da dare ai problemi,
dunque il nostro obiettivo è di fornire ascolto, informazioni e orientamenti».
Arezzo, martedì
31 gennaio 2017
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