AREZZO – Sulla riapertura del dormitorio per
senza fissa dimora permangono eccessive incertezze. La denuncia arriva dai
Popolari per Arezzo che ritengono inadeguata la prassi seguita
dall'amministrazione comunale per migliorare e per rendere più efficiente il
servizio. La prima criticità è testimoniata dalla data della convocazione delle
realtà attive nel sociale per il tavolo per la riattivazione del dormitorio,
che l'assessore Tanti ha fissato per giovedì 28 settembre. Tale data è ritenuta
tardiva per tentare di ottimizzare il servizio attivandolo entro l'arrivo delle
stagioni più fredde ed estendendone la durata temporale, inoltre l'invito a
partecipare è stato rivolto a sole otto realtà del territorio aretino e ne sono
rimaste escluse tante altre. La seconda problematica riscontrata dai Popolari
per Arezzo è rappresentata dal clima di insicurezza e di timore che si respira
in molte zone della città e che l'amministrazione non riesce a smorzare:
equiparare, come in passato è avvenuto, le situazioni di disagio vissute dai
senzatetto e le situazioni di degrado non stimola certamente la partecipazione
e il servizio dei volontari nel dormitorio.
«L'invito - commenta Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo, - è di riporre una maggior attenzione nei
termini utilizzati per parlare di sociale, evitando messaggi contraddittori o
confusionari. Ci chiediamo come sia possibile migliorare il servizio convocando
cosi poche realtà: occorre un coinvolgimento più capillare ed esteso che
faciliti la gestione del centro anche in termini di presenza dei volontari».
I Popolari per Arezzo propongono inoltre di dedicare
maggiori investimenti al dormitorio con risorse economiche che possono essere
ricavate non rinnovando l'esperienza del bando "Arezzo città sicura e coesa"
che scadrà il prossimo 31 dicembre e che ha un costo per la collettività di 7.320
euro. Il progetto prevede, tra i vari obiettivi, di raccogliere segnalazioni di
degrado, di incrementare la percezione di sicurezza da parte dei cittadini e di
avviare possibili percorsi di integrazione, quest'ultimo compito già svolto in
forme diverse dalle molte realtà del territorio già operative in ambito sociale
e non bisognoso dunque di essere delegato tramite bando. L'attivazione di una
maggior sinergia e di un confronto tra l'amministrazione e questi soggetti
permetterebbe di raggiungere lo stesso risultato, liberando così risorse per
servizi di assistenza. «L'apertura del
dormitorio - puntualizza Soletti, - renderebbe
certa e reale la percezione di sicurezza legata alla presenza di senzatetto,
contribuendo anche al maggior decoro della città e riducendo la necessità di
interventi di forze dell'ordine e sanitari. Indirizzare risorse verso
l'assistenza è nell'interesse di tutti».
Arezzo,
sabato 23 settembre 2017
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