AREZZO – Tra dichiarazioni disattese e lavori
mai realizzati, i Popolari per Arezzo tracciano un bilancio negativo delle
opere pubbliche attuate dall'attuale giunta nei primi due anni e mezzo di
amministrazione. A metà mandato, l'associazione evidenzia come ancora manchi un
progetto concreto per alcune zone cruciali della città e come il programma
triennale degli interventi non fornisca risposte adeguate alle esigenze del
territorio comunale. Improvvisazione e mancanza di chiare strategie sono emerse
in ambiti quali l'assetto delle aree di sosta, per cui sono state fatte
dichiarazioni che non hanno trovato seguito o che sono risultate prive di progettualità
concreta come nel caso specifico della Cadorna. Il principale e più redditizio parcheggio
aretino, secondo quanto dichiarato dal sindaco nei mesi scorsi, troverebbe
nuova destinazione attraverso una ristrutturazione e una riduzione dei posti a
rotazione, ma questa ipotesi ha causato molte preoccupazioni tra i commercianti
del centro storico ed è suonata come una minaccia ai murales di piazza del
Popolo.
I Popolari per Arezzo evidenziano inoltre le scarse capacità
dell'amministrazione nel portare avanti grandi progetti in aree strategiche per
la città che tuttora sono in stato di abbandono come l'ex mercato
ortofrutticolo o l'ex Lebole dove, tra l'altro, erano già stati proposti
progetti. «Una vera e propria "gaffe"
- ricorda Massimo Soletti, - ha invece
riguardato il caso della scuola di Matrignano che prima fu inserita nel piano
delle opere con massima priorità mentre, dopo l'approvazione di questo, sono
emerse la mancanza di risorse e nuove valutazioni riguardanti vari aspetti
della struttura, arrivando perfino all'ipotesi di demolirla e ricostruirla.
Questo caso è giunto a soluzione in virtù della tenacia delle famiglie
interessate e di una comunità intera, non certo per le capacita dei nostri
amministratori».
Questo bilancio negativo è motivato anche dai mancati
interventi su Saione e Pescaiola dove l'incremento dell'illuminazione e il
potenziamento della video-sorveglianza sono da tempo posticipati ricevendo priorità
minima nel piano delle opere pubbliche, in attesa che siano liberate le risorse
del bando per la riqualificazione delle periferie. Tra le situazioni più
controverse, inoltre, rientra anche la questione della rimozione dell'amianto
in via Malpighi che troppo spesso è stata ridotta ad una querelle tra il Comune
e Arezzo Casa senza tentare sforzi ulteriori rispetto ad un simbolico atto
d'indirizzo: i Popolari per Arezzo ritengono che l'operazione di bonifica
avrebbe potuto essere inserita all'interno dei progetti presentati nello stesso
bando di riqualificazione delle periferie, come successo per casi simili in
altri Comuni italiani. «Riteniamo
insoddisfacente e lacunosa l'attività portata avanti in questa metà di mandato
- aggiunge Soletti, - e crediamo che sia
ancora assente un progetto urbanistico per la città del futuro: ci auguriamo
nei prossimi due anni e mezzo di poter avere più progetti concreti e meno
dichiarazioni».
Arezzo,
sabato 25 novembre 2017
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