AREZZO – Tra le principali espressioni della
storia di Arezzo rientra la cinta muraria che abbraccia l'intero centro cittadino.
Lunghi tratti di questa monumentale opera giacciono però da molto tempo in
stato di incuria e degrado, con la vegetazione alta e con qualche rischio per
la sicurezza testimoniato dalle numerose transenne che ne costellano il
perimetro. Alla luce di questa situazione, i Popolari per Arezzo chiedono un
pronto intervento all'amministrazione per avviare un'opera di manutenzione dei
vari punti critici, per una riqualificazione che possa dare nuova dignità alle
mura e che possa migliorare l'immagine cittadina agli occhi dei turisti e degli
stessi aretini. «La cinta muraria -
commenta il presidente Andrea Gallorini, - è
il simbolo del nobile passato della città di Arezzo e non può essere lasciata
nell'attuale stato di abbandono».
Con la consapevolezza che sono assenti le risorse economiche
per grandi interventi di restauro, in una prima fase sarebbe sufficiente provvedere
ad una cura del verde dal momento che questo si presenta spesso incolto: piante
e alberi sono infatti cresciuti sulle stesse mura verticali, denotando
un'assenza di manutenzione che dura da anni.
In contemporanea si rende
necessaria la messa in sicurezza delle zone che presentano qualche pericolo.
Oltre alla recinzione fissa posta intorno al bastione San Bernardo nell'area
dell'Eden, camminando lungo la base della cinta è possibile imbattersi in
numerose transenne che, ancora in piedi o riverse a terra, ne limitano
l'avvicinamento e indicano un segnale di pericolo. Queste barriere dovrebbero
essere solo un'opera di segnalazione provvisoria in vista di un pronto
intervento, mentre in numerosi casi sono presenti ormai da molto tempo. «La manutenzione ordinaria della cinta
muraria - aggiunge Giovanni Grasso, vicepresidente dei Popolari per Arezzo,
- deve configurarsi come un intervento puntuale
e continuativo nel tempo: attraverso piccole opere è possibile evitare il
degrado delle mura e garantire una dignità che giova ai cittadini e ai turisti».
Arezzo,
sabato 30 luglio 2016
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