AREZZO
– L'Arezzo Rugby Football Club torna al passato e riacquisisce la
propria denominazione originale. Dopo aver ottenuto dal Comune la gestione dell'impianto
di via dell'Acropoli, uno dei primi passi della società era stato di modificare
il nome in Vasari Arezzo Rfc per perseguire un progetto comune in accordo con la
storica Vasari Rugby con l'obiettivo di arrivare ad una riunificazione del
panorama rugbystico cittadino. La nuova realtà, infatti, doveva rappresentare
lo strumento per superare gli attriti e per avviare una sinergia volta a
preservare e a far crescere il patrimonio sportivo delle due precedenti
società, ma tale sinergia non si è mai realmente concretizzata e, al contrario,
i poli si sono sempre più allontanati. Di conseguenza, il ritorno ad Arezzo
Rugby è stato il passaggio più naturale con cui la dirigenza ha riaffermato la
propria identità e il proprio progetto tecnico e sportivo.
«Il cambio di denominazione - ricorda il
presidente Francesco Cherubini, - rappresentava
il nostro sforzo condiviso con l'amministrazione e con la Vasari per creare una
nuova realtà in grado di riunire il rugby locale. Negli ultimi mesi, nonostante
gli sforzi, è mancata la possibilità di collaborare, dunque con orgoglio torniamo
ad essere Arezzo Rugby per portare avanti con rinnovata convinzione i nostri
progetti».
La distanza tra le due società è stata rimarcata
anche dallo stage internazionale della scorsa settimana che, ospitato in via
dell'Acropoli, ha portato ad Arezzo alcuni dei migliori tecnici europei.
All'evento hanno partecipato quasi cinquanta atleti da Emilia Romagna, Toscana
e Veneto mentre il rugby cittadino è stato rappresentato solo dai ragazzi
dell'Arezzo Rugby, che hanno vissuto cinque giorni di allenamenti intensivi con
le tecniche più divertenti e spettacolari di questo sport. Ad aver fatto tappa
in città sono state infatti personalità di assoluto spessore come Lynn Evans
(consulente della federazione inglese) e Ben Pegna (tecnico della nazionale
inglese di rugby a sette), oltre ad esponenti della massima serie francese che
si sono calati con umiltà e disponibilità nella realtà locale per proporre una
preziosa opportunità di formazione e di crescita sportiva. L'evento ha
rappresentato una bella vetrina turistica per Arezzo e per la Toscana, ed ha
catalizzato l'attenzione anche di una leggenda del rugby italiano come Franco
Ascantini che ha arricchito lo stage con la propria presenza e si è
complimentato per l'iniziativa. «Abbiamo
vissuto cinque giorni di grande rugby - aggiunge il direttore tecnico Dario
Senesi, - con una proposta di altissima
qualità che ha riscosso apprezzamenti da tutta Italia e che ora vogliamo
sviluppare nel progetto sportivo dell'Arezzo Rugby».
Arezzo, giovedì 7 luglio 2016
Nessun commento:
Posta un commento