venerdì 5 gennaio 2018

Acli e Arci, dubbi sull’ingresso di Estra nel servizio idrico

AREZZO – La ripubblicizzazione del servizio idrico non può passare dall’ingresso di Estra in un futuro assetto societario di Nuove Acque. A sostenerlo sono Acli e Arci di Arezzo che esprimono dubbi rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento della multi-utility di energia e gas che, avendo un profilo necessariamente orientato alle logiche di mercato e procedendo verso la quotazione in borsa, andrebbe in direzione opposta rispetto al principio dell’acqua come bene necessario per tutti. Le due associazioni ricordano come il peso attuale del Comune di Arezzo all’interno di Estra sia limitato e, di conseguenza, come questo passaggio limiterebbe ulteriormente anche l’impatto pubblico su Nuove Acque.
«Pubblica o meno - spiegano Stefano Mannelli e Stefano Gasperini, presidenti rispettivamente di Acli e Arci, - la gestione della rete idrica deve essere intesa come un servizio orientato al bene dei cittadini, mentre un’azienda sarebbe protesa alle dinamiche del mercato e ai dividendi. Al Comitato Acqua Pubblica rivolgiamo dunque un invito a valutare attentamente i risvolti del possibile ingresso di Estra».
Le stesse Acli, negli ultimi anni, hanno spesso richiesto una maggior trasparenza a Nuove Acque senza ottenere risposte, mentre nel frattempo è emersa l’incapacità del soggetto gestore nel restituire i finanziamenti ottenuti dalle banche entro i termini previsti, procedendo al contrario a sempre maggiori aumenti in bolletta e alla realizzazione di profitti da spartire tra i soci. Alla luce di tale situazione e dei nuovi rincari, Acli e Arci lamentano l’assenza di un reale e lungimirante progetto politico nei confronti di Nuove Acque. Trattandosi di una concessione di venticinque anni ormai prossima alla scadenza, le due associazioni ritengono che sarebbe stato doveroso per la giunta Ghinelli muoversi in anticipo per progettare una reale ripubblicizzazione del servizio, con un piano industriale in grado di prevedere risorse economiche necessarie alla restituzione al socio privato della caparra, attraverso un accantonamento dei dividendi, la sostenibilità dei piani di finanziamento e una generale riorganizzazione dei servizi. In attesa di un progetto di ripubblicizzazione, inoltre, si rende doveroso prevedere controlli più efficaci e incisivi della parte pubblica sull'operato del soggetto privato. «La pubblicizzazione del servizio idrico - aggiungono Mannelli e Gasperini, - non può essere camuffata dall’ingresso di una multi-utility che, ovviamente, è orientata al profitto. Nell’interesse di tutti i cittadini, occorre una proposta orientata a stabilire una governance che possa scongiurare piani tariffari esosi, incontrollabili e di difficile interpretazione per i cittadini utenti».

Arezzo, venerdì 5 gennaio 2018

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