AREZZO – Nel mondo vi sono quasi ottomila malattie
genetiche rare accertate, ma il numero è in costante aumento. Questo dato ha
motivato il convegno "Malattie genetiche rare. Rare… ma non per
pochi" che, organizzato dall’associazione culturale La Fortezza di Arezzo,
è stato ospitato dall’auditorium dell’ospedale San Donato per creare
un’occasione di confronto tra medici, fisici ed associazioni operanti in Italia
e nel mondo. Sostenuta dalla Fondazione Graziella-Angelo Gori Onlus e
dall’Associazione Malattie Rare “Mauro
Baschirotto”,
la mattinata aveva l’obiettivo di illustrare le più recenti esperienze in
questo settore per sensibilizzare verso lo studio di tali patologie e per creare
una cultura favorevole allo sviluppo di nuove terapie.
«Il convegno ha voluto sollevare un messaggio di speranza - spiega
Pasquale Livi, presidente de La Fortezza. - Le
malattie genetiche sono spesso così rare che non trovano risposte in termini di
terapie e che colgono impreparati gli stessi medici, mentre per le aziende
farmaceutiche è poco remunerativo investire nella loro ricerca. Ad Arezzo
abbiamo sollevato l’esigenza di avviare una rete tra dottori, strutture
ospedaliere, associazioni ed istituzioni per trovare nuove frontiere
terapeutiche».
Il convegno ha proposto un focus sulla
realtà ospedaliera aretina a cura del direttore della pediatra Marco Martini
che ha illustrato un progetto per cui il San Donato sarà tra i precursori in
Italia, cioè la prossima attivazione di un registro dedicato ai bambini affetti
da malattie croniche-complesse residenti in provincia in cui, con il consenso
dei genitori e la collaborazione dei pediatri di famiglia, verranno annotate le
caratteristiche e le evoluzioni delle loro patologie, per renderne più agevole
la cura e farne uno strumento di studio e di confronto con altri istituti
italiani. Tra le testimonianze è spiccata quella di Giuseppe Baschirotto che,
dopo aver perso il figlio a causa di una malattia rarissima e sconosciuta, ha
avviato a Vicenza l’esperienza dell’associazione “Mauro Baschirotto” che è oggi
una delle principali realtà internazionali per lo studio e la cura delle
patologie genetiche, facendo affidamento su ben dodici ricercatori. Questa onlus
collabora anche con il fisico-medico aretino Santi Tofani che ha lanciato la
sfida di utilizzare la fisica quantistica come strumento per affrontare le
malattie a componente genetica, con la consapevolezza che i campi
elettromagnetici potrebbero portare importanti benefici. Tra le note più
positive del convegno, infine, rientra la partecipazione di tanti alunni di
Liceo Classico, Liceo Scientifico e Itis tra cui cresceranno i futuri dottori e
ricercatori della città di Arezzo. Alcune scuole hanno avanzato l’interesse a
continuare questo percorso di educazione, studio e confronto verso le malattie
genetiche rare e hanno chiesto di collaborare con la “Mauro Baschirotto” che
nei prossimi mesi tornerà in città per incontrare i ragazzi, per raccontargli
la sua attività quotidiana e per spiegargli i più attuali sviluppi della
ricerca.
Arezzo, martedì 16 gennaio 2018
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