AREZZO
– Quali sono le intenzioni
dell’amministrazione comunale verso la Casa delle Culture? A sollevare la
domanda sono i Popolari per Arezzo che chiedono chiarimenti sul futuro di un
servizio che rischia di perdere il suo prezioso ruolo di informazione e di consulenza
nei confronti, principalmente, degli stranieri residenti in città. Tra poche
settimane scadrà infatti l’affidamento degli immobili e della gestione dei
servizi ma ancora non è stato presentato il nuovo bando per la riassegnazione,
né pare chiara l’intenzione della giunta a riguardo. I Popolari per Arezzo
ricordano l’importante ruolo che la Casa delle Culture svolge sul territorio,
configurandosi come un luogo di integrazione e come una delle poche realtà
capaci di generare esperienze positive di coesione tra la città e le sue
comunità straniere.
Questo sportello
unico di servizi al cittadino straniero, infatti, risponde ogni giorno alle
esigenze di tanti giovani e di tante famiglie fornendo informazioni e indirizzi
su permessi, ricongiungimenti familiari, ritorni volontari assistiti,
doposcuola e tanti altri corsi per conoscere gli aspetti culturali e identitari
del territorio, permettendo così uno snellimento e una riduzione del lavoro
degli altri uffici comunali.
Oltre a garantire la corretta inclusione e
appartenenza agli stranieri, la Casa delle Culture merita attenzione anche per
l’utilizzo che ne fanno gli stessi aretini per quanto riguarda gli ambienti
destinati a lettura e documentazione, mostre e dibattiti, convegni ed altre
iniziative. «Almeno per una volta l'amministrazione
deve essere chiara e spiegare come intende procedere
- commenta Massimo Soletti dei Popolari per Arezzo. - È nell'interesse di tutti un atto di responsabilità rivolto a quella
dimensione dell’immigrazione ormai stanziale, quotidiana e lecita. Se la giunta
ritiene troppo onerosa la gestione della Casa delle Culture può provvedere ad
un bando più sostenibile che però mantenga le attività necessarie per una
corretta integrazione, ma riteniamo che una rinuncia globale non possa essere
accettabile».
Arezzo,
venerdì 26 gennaio 2018
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