AREZZO
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La difesa dei servizi e degli enti pubblici territoriali dovrà necessariamente
rientrare tra le priorità della futura amministrazione comunale. La richiesta
arriva dai Popolari per Arezzo che propongono un netto cambio di passo per
rilanciare una città che negli ultimi anni è stata spettatrice passiva delle
politiche regionali, subendo una progressiva perdita di autonomia e un costante
impoverimento dei propri servizi a favore di altre realtà. Il caso più recente
riguarda il trasferimento della Soprintendenza per i Beni Culturali da Arezzo a
Siena, ma eventuali future aggregazioni potrebbero mettere a rischio le sorti
anche di enti come la Camera di Commercio e la Prefettura.
«La comunità aretina e le sue istituzioni -
afferma Andrea Gallorini, presidente dei Popolari per Arezzo, - devono attivarsi per difendere i servizi e
le funzioni pubbliche che corrono il rischio di essere trasferite altrove,
tutelando gli interessi economici e sociali del territorio aretino. La futura
amministrazione comunale deve essere capace di cambiare il passo e di diventare
padrona del proprio destino, governando i processi di cambiamento e non limitandosi
a subirli».
I Popolari per Arezzo sostengono l'importanza di procedere a un
consistente abbattimento dei costi attraverso la razionalizzazione e
riorganizzazione del sistema dei servizi e degli enti pubblici locali, ma
questo processo non può limitarsi ad accentrare l'intero potere regionale su
Firenze o Siena. L'attuale ridistribuzione ha inoltre creato una situazione
paradossale perché Arezzo ha perso tanti centri direzionali ma allo stesso
tempo ha visto lievitare i costi delle tasse richieste ai suoi cittadini. In
questo senso, un settore che l'amministrazione dovrà difendere con forza è
quello sanitario, con l'obiettivo di valorizzare l'autonomia dell'ospedale San
Donato evitando ulteriori impoverimenti e salvaguardandone le eccellenze come,
ad esempio, la robotica. Inoltre in questa fase diventa importante un atteggiamento
propositivo, con l'obiettivo di valorizzare le tante eccellenze di Arezzo o di
ideare nuovi servizi come il "Numero Unico 112" che, già attivo in
alcune realtà in Italia e in Europa, possa integrare in una sola centrale le
chiamate di ordine pubblico, sicurezza ed emergenza sanitaria. «Dobbiamo avere la forza di interrompere
questo lento declino - aggiunge il consigliere comunale Luigi Scatizzi, - con un'azione concreta ed efficace che blocchi
l'attuale iniqua ridistribuzione dei servizi essenziali subita dalla città e
dal suo territorio».
Arezzo, lunedì 19 gennaio 2015
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