AREZZO
– La palla ovale diventa uno strumento di integrazione e di
accoglienza per chi ha disabilità. L'Arezzo Rugby ha avviato un corso rivolto a
ragazzi con disabilità intellettive che hanno iniziato a giocare sui campi di
via dell'Acropoli e che sono così diventati parte attiva del progetto sportivo
della società aretina. Il primo nucleo di atleti è formato da Alessandro Cattaneo
di trentun anni, Francesca Rivetti di ventotto anni ed Emanuele Travaglione di
ventinove anni che, allenati da Simone Colangelo con il supporto della
psicologa Jessica Grassi e di Marco Volpe, si trovano settimanalmente per fare
attività motoria, per divertirsi e per muovere i primi passi nel rugby, vivendo
occasioni di incontro e di confronto anche con i veri e propri giocatori della
società.
Il progetto nasce dall'unione tra le competenze sportive dell'Arezzo
Rugby, gli operatori sociali de "La casa di Anna" e i ragazzi con
disabilità del comitato "Vita indipendente" che stanno vivendo un
progetto di autonomia in vari ambiti quotidiani in cui è entrato ora anche il
rugby. «Si tratta di un progetto di cui
siamo orgogliosi - commenta Grassi. - Lo
sport è un forte elemento di integrazione sociale perché permette a tutti,
anche a chi ha disabilità, di giocare e di divertirsi: l'Arezzo Rugby ha
accolto con entusiasmo questi ragazzi e sta favorendo l'incontro con i suoi
atleti, dunque siamo pianamente soddisfatti del percorso che abbiamo avviato».
L'ambizione è ora di aumentare il gruppo di
atleti con disabilità e, in futuro, di costituire una squadra in grado di
scendere in campo in manifestazioni di Special Olympics, permettendo loro di
vivere pienamente le emozioni del campo e degli spogliatoi. In questa prima
fase, il lavoro svolto è prevalentemente motorio con esercizi con la palla per
favorire la conoscenza dello sport, poi gli allenamenti diventeranno sempre più
specifici sul rugby. «L'intero progetto
- aggiunge Colangelo, - ha una forte finalità
sociale, dal momento che utilizza il rugby come un'occasione di integrazione, di
autonomia e di crescita individuale».
Arezzo, mercoledì 28 giugno 2017
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